Marina di Campo l’emozione del volo

Il piano di volo è già stato depositato, per la prima volta si va sul sicuro e collaudato, nei limiti del possibile: un giro dell’Elba, andata e ritorno su LIRJ. Alle condizioni attuali, con la pista 16 in uso – “grazie al cielo”, mi sfugge da dire nel timore di dover decollare dalla parte opposta e affrontare il sentiero di salita più difficile – la rotta da seguire ci porterà sopra il VOR di Porto Azzurro, poi riporteremo Cavo, Zanca e Fetovaia per poi informare la torre delle nostre intenzioni di atterraggio.
Nel frattempo, il sole ha iniziato a fare un capolino più deciso e il C152, callsign ASX798, inizia a riflettere quasi di luce propria nelle sue sfumature di blu e bianco con cui è verniciato.
Salgo a bordo dopo i controlli, la mano tradisce un tremolio di emozione nell’azionare la maniglia della portella. Inspiro profondamente nell’osservare la plancia dei comandi: certo, ormai l’ho imparata a memoria ma quella maledetta emozione continua a tradirmi.

Le prime luci dell’alba iniziano a regalare uno spettacolo unico: le poche nuvole che danzano alte sul cielo – dei cirri – si colorano di un rosa acceso, mentre la volta si fa via via di un azzurro più intenso. A terra, la pista di decollo esce dalla sua penombra, mostrandosi nella sua fiera bellezza.
Marina di Campo, isola d’Elba. La giornata, in un inizio di agosto con temperature miti e una leggera brezza marina, è l’ideale per il battesimo del volo.
No, non quel first solo tanto agognato durante i corsi per ottenere la licenza da pilota. Proprio il primo volo in completa autonomia: tu e un Cessna152. Pilota e mezzo, un binomio unico. In realtà, c’è un terzo incomodo da domare: l’emozione. Ma quella la si riesce a contenere con un certo livello di confidenza. La mano sembra quasi vibrare nell’accarezzare la superficie alare dell’aereo, ancora fermo ai blocchi. I controlli, quelli di routine, all’inizio sono sempre molto più che accurati: lasciare qualcosa al caso non è mai foriero di ottime notizie.

Il rumore, inconfondibile, del Lycoming O-235 all’accensione è musica per le mie orecchie: sborbotta mentre l’aereo si scuote come a simulare un suo risveglio nell’alba di Marina.
“Marina di Campo informazioni – dico dopo aver inserito la frequenza – ASX798 ai blocchi con intenzioni di volo VFR per un sorvolo dell’Elba e full stop a Lima India Romeo Juliet”.
“[…] Squawk 7000, riporterete pronto alla partenza…”
“[…] Riporteremo pronto alla partenza, ASX798”. Il C152, dopo i controlli pre-rullaggio, scivola docilmente sulla taxiway fino alla stop bar della pista 16: “Marina di Campo informazioni, ASX798, pronti alla partenza”, dico con un leggero tremolio della voce alla Torre. “Decollo a discrezione, vento 2 nodi da 210°”. “Decollo a discrezione…” ripeto mentre inizio l’allineamento alla pista. Il decollo è un momento liberatorio, come se la gravita si portasse con sé a terra tutte le preoccupazioni del momento e, una volta in alto, tutto sembrasse più semplice e immediato. Rimane solo l’invidia per gli uccelli, così liberi di librarsi nell’aria in ogni momento, mentre noi bipedi siamo costretti a una vita terrena, porgendo lo sguardo al cielo, come disse Leonardo da Vinci quando pose le basi per il futuro alare dell’essere umano…

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